Ogni giorno affrontiamo sfide importanti sul punto vendita alla ricerca della soluzione perfetta.
Per raccontare com’è davvero il nostro lavoro puntiamo i riflettori sulle persone, sulle loro storie, su ciò che le appassiona. Inauguriamo le nostre DPV Stories con l’intervista a Raffaella, una nostra Sales Merchandiser che da anni segue tutto il territorio piemontese. In DPV dal 2014, cura e monitora i prodotti di un noto brand del settore food all’interno del canale GDO. Conosciamola insieme!
Presentati. Mi chiamo Raffaella e sono una Sales Merchandiser DPV dal 2014.
La tua grande passione? Dipingere quadri a olio di genere figurativo. Ritraggo soprattutto volti. Mi concentro in particolare su quelli femminili.
Com’è nato questo interesse? Tutto è nato grazie al mio percorso scolastico, di stampo artistico, anche se poi per molti anni ho tenuto questa passione in un cassetto. Sei anni fa ho infine riscoperto la pittura. Da quel momento è stato un crescendo che mi ha portato anche a esporre alcune mie opere.
Cosa ami della pittura a olio? La piena libertà e la flessibilità che ti consente questa tecnica. La possibilità di rifare e modificare quante volte vuoi il tuo lavoro. A differenza dell’acrilico infatti la pittura a olio asciuga molto lentamente. Questo ti permette di cambiare gli elementi dell’opera e anche di correggere eventuali errori.
Il più bel ricordo legato alla pittura? Non un ricordo ma una sensazione che mi accompagna da sempre. Quando dipingo io sono felice.
Cambiando argomento, quali aspetti ami del tuo lavoro? Il fatto che ti lasci molta libertà di gestione, una grande autonomia di orario. Poi la dinamicità: ogni giorno è diverso. Nonostante io veda sempre gli stessi punti vendita, cambiano le problematiche, lo scenario, le persone quindi non c’è mai spazio per la routine. E in tutto questo io rivedo molte delle caratteristiche che mi hanno fatto appassionare alla pittura a olio.
Nel tuo lavoro cosa pensi faccia la differenza? Il confronto aperto e quotidiano con tutto il team. Svolgiamo un lavoro che spesso ci porta a muoverci da soli ma il gruppo rimane il nostro punto di riferimento più importante: per trovare l’idea vincente, per risolvere un problema, per scoprire un punto di vista differente sulla realtà.
Cosa ti ha colpito di DPV? La grandissima umanità che mi è stata dimostrata in più di un’occasione. In DPV vale la persona, non sei visto come un numero e questo ti restituisce serenità. Dentro ho trovato una famiglia pronta a supportarmi ma anche a confrontarsi con me, a prendermi in considerazione, a darmi fiducia e opportunità.
Il tuo più bel ricordo legato a DPV? Quando, dopo un colloquio con un cliente, il mio responsabile mi ha fatto i complimenti. In quel momento, ho sentito che DPV stava davvero credendo in me.
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