Nell’ultimo anno l’audio ha subito una grande crescita e sono sempre di più i nuovi servizi incentrati su questo strumento. Ecco una panoramica dei vantaggi del sonoro e alcune possibili applicazioni nel mondo del retail.
L’anno del Vocal Media Marketing: ecco come si presenta il 2021. Negi ultimi tempi l’audio ha subito una grande evoluzione, dallo streaming ai podcast, dagli audiolibri alla messaggistica vocale e sono sempre di più gli utenti che usufruiscono di questi servizi. Il fenomeno dell’audio revolution ha portato alla nascita di Clubhouse, social media vocale che ha visto una crescita esponenziale di utenti dal giorno del suo lancio, e molti brand si stanno già muovendo per avviare campagne marketing incentrate proprio su questo strumento.
Perché l’audio è vincente?
Innanzitutto, è possibile fruire di un contenuto audio in qualsiasi momento e luogo. L’audio può raggiungere il pubblico là dove i media visivi non arrivano, entrando soprattutto nella quotidianità di ogni individuo. È possibile ascoltare un contenuto sonoro mentre si guida, quando si cucina o mentre si fa sport, risparmiando tempo e senza rinunciare alla propria routine. Sono il 77% gli italiani che, ad esempio, ascoltano podcast in multitasking. Sono inoltre in costante aumento le persone che cercano una via di fuga dal visivo, ormai onnipresente e poco stimolante.
L’audio è un mezzo personalizzato e autentico, perché la voce umana è unica, vera e tende a creare fiducia in chi ascolta. Si fanno sempre più strada i contenuti visivi che contengono effetti speciali o utilizzano tecnologie digitali all’avanguardia, ma il sonoro permette di creare un legame più genuino con l’ascoltatore. Basti pensare a Clubhouse, ad esempio, dove l’identità dell’individuo è più esposta e, proprio grazie a questo punto di forza, si respira maggiore autenticità e trasparenza, creando un personale rapporto di empatia anche in un momento in cui i social sono sempre più affollati di false personalità, haters e i cosiddetti “leoni da tastiera”.
Il contenuto multimediale sonoro risulta anche più semplice da ricordare. Secondo un sondaggio svolto da Key Moments per Spotify, il 69% degli utenti ascolta con molta attenzione l’audio in streaming al mattino, tanto che il 70% degli intervistati afferma di ricordare con facilità gli annunci ascoltati durante la routine mattutina.
Come un brand potrebbe sfruttare questo medium?
L’audio risulta una nuova modalità di coinvolgimento, narrazione e intrattenimento e sono diverse le modalità per i brand per sfruttare questo formato.
Innanzitutto, l’audio è uno strumento utile per rafforzare la propria immagine sul mercato, tramite ad esempio la creazione di un’identità sonora unica e riconoscibile nel tempo: la cosiddetta Sound Branding. Basti pensare ai jingle pubblicitari che hanno fatto la storia di molti brand. Ma non solo. Sfruttando questo formato si può facilmente dare vita a uno storytelling originale e creativo, capace di creare una connessione più diretta col proprio pubblico. Un esempio recentissimo è Barilla che attraverso Spotify, piattaforma per lo streaming musicale che conta ormai oltre 345 milioni di utenze attive ogni mese, è entrata in modo originale nella quotidianità delle persone con 8 playlist musicali che fungono da timer per la cottura dei formati di pasta più consumati dagli italiani.
Le caratteristiche dell’audio lo rendono ampiamente personalizzabile, permettendo a un brand di interagire con i consumatori in maniera più intima, aumentando così la propria credibilità e creando una comunicazione sempre più orizzontale e ricettiva.
La forza dei podcast
Lo strumento più performante e maggiormente adatto a una comunicazione one-to-one è senza dubbio il podcast, che negli ultimi anni ha preso gradualmente piede in molti campi. Sono stati 13.9 milioni gli ascoltatori di podcast nel 2020, 1.8 milioni in più rispetto all’anno precedente. Non a caso sono sempre più in aumento i “podcaster”, quasi 14 milioni, il 15% in più rispetto al 2019, tra i quali compaiono anche i brand, tramite i cosiddetti “branded podcast”, contenuti audio sviluppati per trasmettere e approfondire tematiche legate alla propria identità e ai propri valori. È così che il brand migliora la customer experience, impara a conoscere meglio le esigenze dei propri consumatori e crea un legame più solido con il proprio pubblico, senza doversi limitare nei contenuti, come capita invece, ad esempio, con gli spot pubblicitari.
Inoltre, non è da sottovalutare la possibilità di ampliare il proprio target grazie a questo strumento vocale: secondo la ricerca “United States of Podcast” di Nielsen e Audible, pare infatti siano i giovani adulti i maggiori fruitori di podcast, circa il 67% in una fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni, ma sempre più persone si stanno avvicinando a questo medium e ad oggi il 90% di chi ha cominciato ad ascoltare un podcast continua ad ascoltarli.
Audiolibri alla riscossa!
Un altro fenomeno che ha spopolato nell’ultimo anno, complice il lockdown che ha visto cambiare le abitudini di molti italiani, è quello degli audiolibri. Secondo l’indagine a cura del Centro per il Libro e la Lettura (CEPELL) e dell’Associazione Italiana Editori (AIE), il numero di utenti è raddoppiato in soli due anni, passando dal 6% al 12%, e sono stati 5 milioni gli italiani tra i 15 e i 74 anni che hanno fruito di questo servizio nell’ultimo anno.
I vantaggi degli audiolibri sono molteplici, primo fra tutti la possibilità di rendere l’esperienza di lettura più ricca, rilassante e coinvolgente grazie alla voce narrante che accompagna passo dopo passo lo spettatore. Probabilmente è proprio questa caratteristica, oltre alla maggiore comodità che l’ascolto offre rispetto alla lettura cartacea, che ha permesso all’audiolibro di raggiungere un nuovo target: il 9% di chi ha iniziato ad ascoltare audiolibri non era infatti un lettore e il 39% afferma di “leggere” più di prima.
Audio e Retail: una coppia vincente?
Vista la grande evoluzione che l’audio sta subendo, non resta che chiedersi in che modo questo strumento potrebbe rivelarsi utile nel mondo del retail.
L’audio, si sa, gioca un ruolo importante durante l’esperienza di acquisto: la musica è in grado di aumentare il tempo di permanenza negli store, crea un’atmosfera accogliente e incoraggia i clienti a trascorrere più tempo alla ricerca dei prodotti di interesse. Studi recenti di neuromarketing dimostrano che gli stimoli sonori attirano meglio l’attenzione e facilitano la memorizzazione, risultando più efficaci nel creare un senso di familiarità utile alla fidelizzazione dei clienti. Non stupirebbe quindi se la sempre più diffusa voice technology e l’aumento degli smart speaker si rivelassero in futuro strumenti efficaci per accompagnare al meglio i consumatori durante l’acquisto.